Oriago di Mira

Oriago di Mira


Descrizione

Oriago è la più popolosa frazione del comune di Mira e fu comune autonomo fino al 1867. In passato la zona di Oriago era paludosa, in continuità con la vicina Laguna Veneta, il suo territorio fu alle dipendenze dell'abbazia di Sant'Ilario. Le origini del nome Oriago sono state oggetto di diverse interpretazioni. L'ipotesi più accreditata lo fa derivare dalle locuzioni latine "auri lacus", che significa "lago d'oro", con riferimento al suggestivo effetto dorato che il sole nascente conferiva alle sue acque. Nel corso dei secoli, il toponimo subì diverse trasformazioni documentate: Aurelicaus (994), Aurilagus (attestato negli anni 1008 e 1025). Solo a partire dal XVIII secolo, nei documenti in volgare, si affermò l'attuale denominazione di Oriago, dopo essere comparso come Orgiago. La località di Oriago si sviluppò come un significativo centro agricolo e commerciale, grazie alla sua posizione strategica sulle rive del fiume Brenta. Situata ai confini con la Repubblica Serenissima, Oriago divenne una sorta di "porto" di Venezia verso la terraferma. La sua importanza strategica la rese anche punto di convergenza e di contesa tra le influenze di Padova, Venezia e Treviso. Nel 1202, i Veneziani vi stabilirono una "palata", ovvero una barriera per la riscossione del dazio, a testimonianza del controllo esercitato sulla via fluviale e commerciale.
La Repubblica di Venezia ha disposto lungo i suoi confini cippi in pietra d’Istria di dimensioni e forme diverse, non solo con il fine di delimitare il territorio, ma anche di ergersi a simbolo di appartenenza del territorio.
A Mira se ne possono scorgere diversi. Il più particolare lo si può ammirare percorrendo via Venezia a Oriago, nel punto in cui incrocia via Colombara. Nell’angolo a ridosso delle mura di un edificio si trova l’antico cippo di confine della Repubblica Veneta, realizzato nel XV secolo.
Dello stesso periodo era quello esistente a Piazza Vecchia, crollato nei primi anni del novecento e sostituito con un’opera moderna.


Chiesa di Santa Maria Maddalena

In origine il culto era rivolto al Soldato San Martino, patrono dei Franco-Merovingi, dal XV secolo prevalse  il culto della Santa Maria Maddalena.
Nel XV secolo la chiesa passò di proprietà dai Querini alla famiglia Moro. I nuovi proprietari avviarono da subito il restauro dell’edificio ormai semi distrutto. Per simboleggiare il segno di appartenenza dell’edificio alla famiglia fecero affrescare sulla facciata il loro stemma nobiliare. Nel 1543 commissionarono al pittore Jacopo da Bassano (1510-1592) la pala per l’altare maggiore rappresentante  l’incontro di Maria Maddalena  con Gesù.
I Moro rimasero proprietari fino all’800 godendo del diritto di giuspatronato. L’interno dell’edificio è costituito da un’unica navata con sei cappelle laterali. Sull’abside sono ripetuti gli stemmi delle famiglie Querini e Moro. Nella seconda metà del ‘700 fu realizzato il coro sopra la porta d’ingresso della chiesa, dove ancora oggi si trova il prezioso organo realizzato da Francesco Dacci.
Il secondo importante restauro avvenne nel corso del XIX secolo, durante il quale venne finalmente completato l’altare maggiore, ricostruiti in marmo i due altari laterali del presbiterio e restaurata la facciata esterna.
Ulteriori lavori di restauro e ampliamento furono eseguiti nel corso dei primi anni del ‘900. Dal 1927 la parrocchia passa dalla diocesi di Treviso a quella di Venezia.
Nel 1943 fu realizzato sul soffitto, dal pittore Mirese Beppi Spolaor (1910-1950), un dipinto a tempera, ampio 50 metri, in cui sono stati raffigurati la Maddalena nel giardino di Cristo circondati dall’angelo custode, il demone alato, lo Spirito Santo e il Padreterno.
Il campanile conserva ancora gli elementi strutturali che lo caratterizzavano in origine. La struttura è realizzata a pianta quadrata e sormontata da una cuspide conica su base ottagonale, decorata con formelle in laterizio.


Villa Allegri

Villa Allegri è una villa settecentesca veneta che sorge sulla riva sinistra del Brenta, in posizione leggermente arretrata su un lotto di medie dimensioni.
Collocata sulla riva sinistra del Naviglio Brenta, è una composta costruzione probabilmente riedificata da Antonio Pasquali agli inizi del XVIII secolo; sembra però che, l’antico edificio appartenuto alla famiglia Donati, esistesse già dal XV secolo.
L’edificio, caratterizzato da una bifora centinata nel piano nobile e dal timpano triangolare contornato da tre statue, è complessivamente molto sobrio. È stato restaurato durante la seconda metà del XX secolo. La tradizione racconta come questo luogo fosse spesso utilizzato per feste e ricevimenti dai nobili veneziani; inoltre, qui vi soggiornarono molti personaggi importanti fra cui Giacomo Casanova, il maresciallo francese Marmont e il generale Josef Radetzky durante l’assedio di Venezia nel 1848: nobile boemo, fu governatore del regno Lombardo-Veneto.
Durante il XIX secolo fu abitata dall’ingegnere Carl Ritter Von Ghega, colui che progettò la ferrovia del Semmering in Austria. La villa per un lungo periodo divenne anche una casa da gioco dove i ricchi amavano trascorrere momenti di piacere e divertimento.
Attualmente è un’abitazione privata, utilizzata per eventi e in parte adibita a Bed&Breakfast.


Villa Stella, Gradenigo, Fossati

Sorge in località Oriago ed è una delle più antiche della Riviera. Fu fatta costruire nel 1529 dalla famiglia Scarpa, di origine bergamasca. La villa fu costruita nel XVI secolo come casa di villeggiatura per volere della nobile famiglia Stella proveniente da Bergamo. A pochi metri da questo luogo sorgeva l’antica chiesa di Oriago. L’edificio in seguito passò di proprietà della famiglia Angeli e nel XIX secolo alla famiglia Fossati.
Rappresenta uno fra i primi esempi di modello architettonico a blocco cubico, fu imitato più volte nei secoli successivi. La facciata è caratterizzata dalla trifora con balaustra e da finestre contornate in pietra. La parte esterna dell’edificio era interamente decorata da meravigliosi affreschi attribuiti dal Tiozzo a Benedetto Caliari, fratello di Paolo Veronese; oggi rimangono solo alcuni ritagli sulla parete sopra il portone centrale.
Gli affreschi degli interni, sempre attribuiti al Caliari, furono riportati alla luce durante il restauro effettuato nel XX secolo.
Dopo anni di abbandono ora l'edificio è tornato al suo originale splendore.
La villa oggi è di proprietà privata ed è stata suddivisa in più unità abitative.


Villa Mocenigo

È una villa veneta e si trova sulla riva destra del Naviglio a Oriago di Mira. È stata sede del Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica dell'università Ca' Foscari.
Le ipotesi di alcuni studiosi datano villa Mocenigo fra il 1660 e il 1663, altri documenti testimoniano invece come agli inizi del 1700, nello stesso luogo, fosse collocato un edificio diverso e non privo di eleganza nominato Villa Valier; la prima testimonianza che documenta l’esistenza dell’edificio, come lo si vede ora, è la tavola incisoria n.19 realizzata da Francesco Costa nel XVIII secolo.
La villa fu abitata dalla famiglia Mocenigo, la quale conservava vari possedimenti, fabbriche e mulini lungo la Riviera del Brenta.
L’estensione orizzontale della struttura esalta maggiormente la parte centrale della facciata, sulla quale emerge il timpano preziosamente decorato, con al centro lo stemma della famiglia Mocenigo. Gli affreschi interni furono realizzati da Giandomenico Tiepolo. L'edificio è di proprietà del Comune di Mira.


Villa Cà Moro

La città di Oriago trova spazio anche nella Divina Commedia. Al Canto V del Purgatorio (79-84), Dante racconta la vicenda storica di Jacopo Del Cassero. Una lapide, presente sulla facciata di Villa Moro, ricorda tutt’oggi questo pezzo di storia.
“Ma s’io fosse fuggito inver’ la Mira / quando fu’ sovragiunto ad Orïaco / ancor sarei di là dove si spira / Corsi al palude, e le cannucce e ’l braco / m’impigliar sì ch’i’ caddi; e lì vid’io / de le mie vene farsi in terra laco.”.

Villa Moro, citata anche come Ca' Moro, Palazzo Moro o Villa Ca' Moro, è un edificio storico situato a Oriago, edificata su iniziativa della famiglia patrizia Moro della repubblica di Venezia. E’ incerta la data di costruzione della villa Moro, gli studiosi hanno formulato ipotesi diverse: all’interno il salone del piano nobile è a forma di T, caratteristica tipica di molti edifici del tardo ’400 inoltre, vi sono degli affreschi anch’essi riferibili al XV secolo; esistono però alcuni documenti d’archivio che datano l’edificio fra il 1581 e il 1615, fra cui la prima denuncia al fisco.
L’edificio è stato più volte restaurato, nonostante ciò ha mantenuto la fisionomia originale.
Sulla facciata è stata collocata una lapide con un’iscrizione che riporta i versi di Dante dedicati a Jacopo da Cassero, assassinato in questo luogo nel 1298 su ordine di Azzo VIII d’Este (Purgatorio V, 64-84).
La famiglia Moro possedeva anche un secondo edificio, collocato proprio affianco a questo, che oggi non esiste più; entrambe le costruzioni sono visibili in una stampa eseguita da J.C. Volkamer.
Attualmente l’abitazione è privata.


Villa Cà Dolcetti

Villa veneta, dimora storica della seconta metà del seicento, sorge ad Oriago di Mira. Gli studiosi, dopo aver osservato le caratteristiche architettonico-decorative della villa, hanno ipotizzato che sia stata costruita nel XVIII secolo. A confermare questa tesi è la testimonianza dello studioso Tiozzo, il quale ha documentato la presenza di affreschi negli interni, realizzati nel XVIII secolo, e la data “1774”, segnata in una delle pareti, probabile data di costruzione dell’edificio.
Inoltre, è stato documentato che la costruzione allo stato attuale non è riconducibile ad un progetto unitario ma a vari interventi effettuati nel corso dei secoli.
I primi proprietari furono la famiglia Dolcetti, in seguito fu acquistata dall’industriale Mazzucato. Sembra che in questa villa vi abbia abitato una modella e amica di Lino Selvatico, noto artista Padovano.
Dopo il restauro, eseguito negli ultimi anni del XX secolo, la residenza d’epoca è diventata una struttura alberghiera.

Indirizzo

Via Venezia, 171 Mira

Modalità d'accesso

Libero

Ultimo aggiornamento: 11/07/2025, ore 12:24

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