Storia di Villa dei Leoni

La Villa, affacciata sul Naviglio del Brenta fu residenza del nobile veneziano e Procuratore di San Marco Federico Contarini.
Contarini la fece costruire nel 1558, come attestato dall’iscrizione in lettere romane MDLVIII sull’architrave d’ingresso, e fu la sua residenza di campagna lungo il fiume Brenta.
Villa Contarini oggi è conosciuta come “Villa dei Leoni” grazie ai due marzocchi posti ai lati della scalinata centrale d’entrata realizzata nel XIX secolo.
Nel 1582 Federico Contarini vendette la Villa al duca Erich II del casato Brunswich-Luneburg. La Villa in seguito ebbe vari proprietari, tra i quali la famiglia Pisani.
Il complesso comprende, oltre alla Villa, la Barchessa e l'Oratorio.

La struttura è a pianta rettangolare e suddivisa su tre piani: un blocco cubico, tipico negli edifici coevi, parallelo alla strada, di modo che la dimensione della lunghezza della facciata principale risulti il doppio dell’altezza. Una scalinata a gradoni porta nell’atrio del piano rialzato , il luogo dell’accoglienza: le finestre e le porte interne disposte sugli stessi assi ortogonali, di modo che “l’occhio, oltre alla bella veduta, corre per tutto liberamente, et i luoghi sono chiarissimi e pieni di sole”(Palladio). Le stanze laterali sono i luoghi della conversazione, del gioco, del pranzo, della lettura e della musica disposte a sud per l’esposizione solare. Nella facciata retrostante, che guarda il giardino, una loggia a cinque arcate alleggerisce la struttura e crea un ambiente adatto a godere del fresco e della natura, costituendo lo snodo tra i due diversi ambienti scenici, la casa e il giardino. L’interno è suddiviso in due piani, il piano rialzato e il piano nobile, un sottotetto e un seminterrato. Quest’ultimo, che un tempo aveva la funzione di cucina e deposito di vivande, costituisce una specie di intercapedine che rende meno umidi i locali sovrastanti e innalza l’edificio rendendolo più visibile e maestoso. Una scala principale interna porta al piano superiore, “el portego de sora”, un salone lungo quanto la profondità dell’edificio alle cui estremità le porte-finestre immettono ai poggioli, piccoli palchi esposti sul fiume e sul giardino. Qui si svolgevano le feste, i convivi e i sollazzi. All’ultimo piano troviamo “el solèr”, il solaio, con pavimento in assito, altezza ribassata e piccole finestre quadre. Vi dormiva la servitù - i famigli - quella stessa che di giorno occupa indaffarata la fucina degli odori e dei sapori, il seminterrato. Gli interni ci sono giunti complessivamente spogli. Al secondo piano è rimasto un grande lavabo in marmo rosso di Verona, unica eredità dell’epoca dei Contarini.

Villa dei Leoni è proprietà del Comune di Mira dal 1921. Nel tempo ebbe varie funzioni: nel 1955 fu utilizzata come scuola elementare e successivamente vi furono realizzate, nel piano seminterrato, le prime docce pubbliche. L’edificio è stato per alcuni anni sede della biblioteca comunale e degli uffici anagrafici/demografici. L'ultimo restauro è terminato nel 2008. Villa dei Leoni è ancora oggi proprietà del Comune e viene utilizzata per esposizioni ed eventi.

Gli affreschi di G.B. Tiepolo
Nel 1745 la famiglia Pisani commissionò un ciclo di affreschi a Giambattista Tiepolo (1696 -1770), che si cimentò con un soggetto storico celebrativo: la visita in villa del re Enrico III di Valois che ebbe luogo nel 1574. Il re di Francia e Polonia, durante il viaggio di ritorno dalla Polonia a Parigi, una volta giunto a Mira volle visitare la Villa.
Gli affreschi furono venduti ai coniugi e collezionisti francesi Nèlie Jacquemart e Edouard André , per cui nel 1893 furono strappati e trasportati a Parigi. Oggi si trovano conservati nel prestigioso Museo Jacquemart-André di Parigi.
Ma dal 2018 gli affreschi si possono ancora ammirare in Villa, anche se in versione non originale. Grazie ad un accordo fra l’Amministrazione Comunale e il Museo Jacquemart-André di Parigi, gli affreschi sono ricomparsi utilizzando una tecnica basata sul trasferimento digitale dell’immagine su una superficie materica.
La collocazione delle riproduzioni del ciclo di affreschi del Tiepolo ha portato alla rimozione dal salone centrale delle opere del pittore Vittorio Basaglia (1936-2005), che nel 1984 li aveva reinterpretati con una sensibilità sociale e un linguaggio. Ora le sue opere sono state collocate in una sala dedicata al primo piano.Data ultima modifica: 02-04-2021